Per trauma psicologico si intende un’esperienza di particolare gravità, connessa a situazioni che hanno fortemente minacciato l’integrità fisica e psichica propria o altrui, un evento stressante che compromette le risorse di fronteggiamento causando un senso di impotenza e vulnerabilità. Alla base vi è l’impossibilità di costruire un significato coerente e per recuperare una dimensione di benessere è fondamentale l’integrazione e la rielaborazione di tale significato rispetto all’esperienza vissuta.
I traumi possono essere prodotti da azioni umane volontarie (guerra, terrorismo, abuso, violenza domestica, ….); da azioni umane involontarie, senza intenzionalità ma frutto di un errore umano (incidenti medici, incidenti automobilistici, …); da disastri naturali in cui l’uomo non può intervenire (terremoti, tempeste, alluvioni …); da eventi della vita (divorzio, disoccupazione, aborto spontaneo, parto di un figlio nato morto, lutto …).
Il cervello è un sistema dinamico che influenza ed è influenzato dalle esperienze per tutto l’arco di vita: un trauma ne influenza le strutture e il funzionamento neurobiologico anche a distanza di anni; un trauma in età infantile ha un maggior potenziale di danno in quanto il cervello non ha sufficiente tolleranza allo stress.
Tra le reazioni al trauma, possono esservi rivivere il trauma, evitamento e ottundimento, incremento dell’attivazione fisica, dolore cronico, difficoltà sessuali, depressione, senso di colpa, vergogna, dissociazione, abuso di sostanze, disturbo post-traumatico da stress.
Iniziare a vedere il comportamento del cervello in quel momento e le reazioni al trauma come risposte comuni e comprensibili, e non come comportamenti anomali di cui vergognarsi, può essere un primo passo importante.
Vivere un trauma è un’esperienza con un impatto fortissimo sulla vita della persona che lo subisce. I farmaci possono essere un supporto utile per ridurre una parte dei sintomi (es. insonnia, depressione, … ) ma non per cancellare o risolvere i ricordi del trauma: per liberarsene è necessario un processo di ricostruzione della propria vita, un’elaborazione profonda del trauma, al fine di comprendere, integrare e accettare ciò che è successo con l’inevitabile dolore che ne comporta.
Pre-requisito importante per affrontare tale percorso è la stabilizzazione del sistema nervoso e il ripristimo del senso di sicurezza personale, ovvero parlare del trauma sentendosi sicuri. Ad esempio, per cominciare a elaborare l’esperienza traumatica, può essere utile ristabilire un ordine nella propria vita prendendosi cura di sè e proteggendo il proprio diritto di essere trattati con rispetto e dignità dagli altri, eliminando l’eventuale tendenza a indurre o subire comportamenti abusivi.
Per riconciliarsi con il trauma occorre esprimerlo ed elaborarlo avendo l’opportunità di parlare a fondo della propria esperienza e degli effetti in un contesto sicuro, al fine di disattivare le sensazioni disturbanti presenti in memoria e dar voce al malessere provato: rievocare ogni dettaglio che turba emotivamente, vivere sensazioni e pensieri che derivano dall’evento traumatico, sperimentare il dolore e il disagio affrontandolo, sentendosi pronti e in grado di gestirlo.
Ad esempio, può risultare importante riconoscere sensi di colpa (ci si sente responsabili di aver contribuito a causare la situazione) e vergogna (profondo senso di umiliazione, percezione di sè come cattivi, sporchi, rovinati, indesiderabili, difettosi) e superarli, gestendo difficoltà e rabbia (male interiore; da ascoltare e affrontare con amore e pazienza il dolore che nasconde), al fine di rinforzare l’autostima.
Una ricostruzione della propria storia può favorire gradualmente la presa di consapevolezza sulle emozioni e sul modo in cui funziona la propria mente, per ristrutturarne gli schemi e dare un nuovo senso alle esperienze, recuperando flessibilità e plasticità. Raccontandola si ha la possibilità di revisionarla alla luce di nuovi significati da dare agli eventi, al senso di sè e al senso dell’altro. Riandare con la memoria a esperienze dolorose comporta un forte stress che porta alla suscettibilità di nuovi apprendimenti, sentendosi accolti e protetti in una relazione continuativa e costante vissuta come base sicura.
L’obiettivo è promuovere la resilienza, comprendere quanto è accaduto e accade nel mondo interiore come conseguenza dell’esperienza dolorosa, entrare in contatto con la sofferenza esprimendo le emozioni in un contesto sicuro e protetto, così da diventare consapevoli e superare il dolore del trauma senza negarlo o ignorarlo ma condividendolo: comprendere e integrare il trauma nella propria esperienza permettendo una crescita personale.
Dott.ssa Annalisa De Filippo, Psicologa Psicoterapeuta Sesto San Giovanni (Milano)